Perugia, anni ‘80. In una viuzza chiamata Via dell’Oro, Vittorio Gorini è bloccato in casa, ammalato senza poter uscire. Inguaribile ottimista, “il gorino” trovò una soluzione che al tempo stesso lo tenesse occupato e gli desse la possibilità di guardare oltre: "ho pensato: so’ dentro casa, non me posso mòve [non mi posso muovere], nonostante la grande malattia che ci avevo, che non me reggevo in piedi, m’ero anche spaurato [ero spaventato], dicevo, stavolta non se guarisce, e ci avevo sulla testa st’autoletto, meccanicamente, guardavo il letto, me facevo figura come ci avessi il volano [mi immaginavo di avere in mano il volante]". Partire dunque dal luogo della sofferenza: il letto. Intervenire sulla manifestazione esteriore della malattia, quel ferro battuto che ricorda tanto le sbarre di una prigione, per sottrarsi alla stretta del male. Sorridendo, accettare la stretta e farsi morbidi: solidi. Mutare funzione, effettuare un détournement: stornare, e fra-stornare, rigirare e riorientare ciò che limita e blocca in qualcosa che permette movimento. Il tutto, per usare le parole di Vittorio, “unendo l’utile al dilettevole”: "perché se noialtri non abbiamo giudizio – perché questo era lo scopo – invece che lamentarci che non abbiamo la casa...va a finì che non solo non avremo una casa, ma nemmeno il letto per dormì". Il Letto Volante è molte cose: una favola illustrata per grandi e piccini, un progetto di animazione per bambini ospedalizzati, e, per la prima volta a Pennabilli, una piece di teatro di strada. Il Letto Volante viene rappresentato di volta in volta come Lettura di Favola, o come Piece Teatrale, o come Animazione con gioco per bambini, informazioni sugli orari nel luogo della rappresentazione. Tra uno spettacolo e l'altro, la compagnia percorrerà le strade di Pennabilli con un originale water motorizzato. CONSIGLIATO: PER TUTTI